L’uomo che insegnò al suo buco del culo a parlare.

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Confratello
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MessaggioInviato: 19/04/2013, 15:22
Dr. Benway: “Perché non un blob per tutti gli usi? Ti ho mai raccontato dell’uomo che insegnò al proprio buco del culo a parlare? Il suo intero addome si muoveva su e giù, capisci, scoreggiando parole. Come nient’altro che avessi mai sentito.

“Questa voce dal culo aveva una specie di frequenza intestinale. Ti colpiva laggiù come quando devi andare di corpo. Hai presente quando il buon vecchio colon ti dà di gomito, e senti quella specie di freddo dentro, e sai che tutto quello che puoi fare è correre a liberarti? Be’ questa voce ti beccava proprio laggiù, un gorgogliante, denso suono stagnante, un suono che potevi odorare.

“Questo tizio lavorava in un luna park, capisci, e a prima vista sembrava una specie di innovativo spettacolo da ventriloquo. Anche divertente, all’inizio. Faceva un numero intitolato “Il buco migliore”, che era un portento, te lo assicuro. L’ho dimenticato quasi del tutto, ma era brillante. Cose tipo, “Sei ancora lì sotto, vecchio mio?” “No! Sono dovuto andare di corpo”.

Dopo un po’ il buco del culo cominciò a parlare per conto suo. Lui saliva sul palco senza aver preparato nulla, e il suo culo improvvisava e gli restituiva le battute ad ogni colpo.

“Poi gli spuntarono delle specie di piccoli uncini incurvati, che raspavano come denti, e cominciò a mangiare. All’inizio lui pensò che fosse carino, e ci imbastì sopra un numero, ma il buco del culo si faceva strada mangiando attraverso i suoi pantaloni, e si metteva a parlare per strada, urlando che voleva parità di diritti. Si ubriacava, anche, e aveva certe sbornie tristi in cui frignava che nessuno lo amava, e che voleva essere baciato proprio come ogni altra bocca. Alla fine parlava sempre, giorno e notte, potevi sentire da isolati di distanza che lui gli gridava di stare zitto, e lo picchiava con il pugno, ci ficcava su le candele, ma non serviva a niente e il buco del culo ribatteva: ‘Sei tu che starai zitto, alla fine. Non io. Perché non abbiamo più bisogno di te, qui attorno. Posso parlare e mangiare e cacare‘.

“Poco dopo lui cominciò a svegliarsi la mattina con una gelatina trasparente come la coda di un girino sulla bocca. Questa gelatina era quella che gli scienziati chiamano T.n-D., Tessuto non Differenziato, che può crescere trasformandosi in qualsiasi tipo di carne su un corpo umano. Lui la strappava dalla bocca e i lembi gli rimanevano attaccati alle mani come nafta incendiata e lì crescevano, crescevano in ogni punto in cui cadeva una goccia. Quindi alla fine la sua bocca restò sigillata, e la sua intera testa si sarebbe amputata spontaneamente — (sai che c’è una malattia che attecchisce in alcune parti dell’Africa e solo tra popolazioni di colore, che porta alla caduta spontanea del mignolo del piede?) — se non fosse stato per gli occhi, capisci. L’unica cosa che il buco del culo non poteva fare era vedere. Aveva bisogno degli occhi. Ma le connessioni nervose erano bloccate e infiltrate e atrofizzate così che il cervello non potesse più dare ordini. Era intrappolato nel cranio, sigillato dentro. Per un po’ si poteva vedere la silenziosa, disperata sofferenza del cervello dietro gli occhi, poi infine il cervello deve essere morto, perché gli occhi si spensero… e in loro non c’era più sentimento di quanto ve ne sia nell’occhio di un granchio sulla punta d’una antenna”.
SUPERIUS SUPERIS INFERIUS INFERIS

«Me ne strafotto»
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King
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MessaggioInviato: 19/04/2013, 15:38
un'immagine che ben si attaglia ai nostri politici...
"Chi vive sperando, muore cagando!" (Lorusso, isoletta dell'Egeo che non conta un cazzo, 1941)

DeadLander
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MessaggioInviato: 19/04/2013, 16:25
Altro input

http://www.youtube.com/watch?v=4bqnIZR_qfY

Quinto potere, film statunitense del 1976 diretto da Sidney Lumet.

"Non serve dirvi che le cose vanno male, tutti quanti sanno che vanno male. Abbiamo una crisi. Molti non hanno un lavoro, e chi ce l'ha vive con la paura di perderlo. Il potere d'acquisto del dollaro è zero. Le banche stanno fallendo, i negozianti hanno il fucile nascosto sotto il banco, i teppisti scorrazzano per le strade e non c'è nessuno che sappia cosa fare e non se ne vede la fine. Sappiamo che l'aria ormai è irrespirabile e che il nostro cibo è immangiabile. Stiamo seduti a guardare la TV mentre il nostro telecronista locale ci dice che oggi ci sono stati 15 omicidi e 63 reati di violenza come se tutto questo fosse normale, sappiamo che le cose vanno male, più che male. È la follia, è come se tutto dovunque fosse impazzito così che noi non usciamo più. Ce ne stiamo in casa e lentamente il mondo in cui viviamo diventa più piccolo e diciamo soltanto: "Almeno lasciateci tranquilli nei nostri salotti per piacere! Lasciatemi il mio tostapane, la mia TV, la mia vecchia bicicletta e io non dirò niente ma... ma lasciatemi tranquillo!" Beh, io non vi lascerò tranquilli. Io voglio che voi vi incazziate. Non voglio che protestiate, non voglio che vi ribelliate, non voglio che scriviate al vostro senatore, perché non saprei cosa dirvi di scrivere: io non so cosa fare per combattere la crisi e l'inflazione e i russi e la violenza per le strade. Io so soltanto che prima dovete incazzarvi. Dovete dire: "Sono un essere umano, porca puttana! La mia vita ha un valore!" Quindi io voglio che ora voi vi alziate. Voglio che tutti voi vi alziate dalle vostre sedie. Voglio che vi alziate proprio adesso, che andiate alla finestra e l'apriate e vi affacciate tutti ed urliate: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!"[1]. Voglio che vi alziate in questo istante. Alzatevi, andate alla finestra, apritela, mettete fuori la testa e urlate: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" Le cose devono cambiare, ma prima vi dovete incazzare. Dovete dire: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" Allora penseremo a cosa fare per combattere la crisi, l'inflazione e la crisi energetica, ma Cristo alzatevi dalle vostre sedie, andate alla finestra, mettete fuori la testa e ditelo, gridatelo: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!"

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