14 Febbraio

4 chiacchiere tra amici

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La Ragioneria innalzata ad arte
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MessaggioInviato: 15/02/2012, 13:16
Gegio ha scritto:Birba... stanno parlando di Pantani, mica di Bartali :teasing-tease: :icon-lol: :icon-lol: :icon-lol:


già ...

facility for dummies:

sostituire il termine bartali con pantani
ed il gioco è fatto :obscene-birdiedoublegreen:

me lo metti su defendertricks? : Chessygrin :
Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassu'.E' proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva.
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DeadLander
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MessaggioInviato: 18/01/2013, 11:19
Armstrong sta perdendo tutto: cosa avrebbe detto Marco?
Scritto da Carlo Gugliotta
Giovedì 17 Gennaio 2013 13:51
Inizio l'articolo da una riflessione personale: lo spunto mi è infatti venuto in mente poche sere fa, mentre parlavo al telefono con il direttore del sito Giuseppe Girolamo. E' inutile nasconderlo, per me che sono cresciuto con il mito di Marco Pantani, in questi giorni in cui si sta per decidere che cosa ne sarà di Lance Armstrong, il ricordo del Pirata è sempre più forte e più vivo. E parlando con il direttore, gli chiesi: "chissà cosa direbbe Marco di tutto ciò che sta succedendo a Robocop", nomignolo con il quale chiamava il texano.
Il ciclismo è fatto di grandi rivalità, soprattutto di dualismi: Coppi e Bartali, Moser e Saronni, Armstrong e Pantani. Forse proprio questo è definibile come l'ultimo grande dualismo del ciclismo: un dualismo che è durato poco, troppo poco. Solo un anno, quel Tour de France del 2000, quando il leader della Mercatone Uno e la maglia gialla se ne sono dette di tutti i colori e hanno infiammato una cosa bellissima: chi può dimenticare infatti l'umiliazione (sportiva) a cui Marco è stato sottoposto a Lourdes Hautacam, quando Lance lo staccò di tantissimi minuti. Ma era solo il primo arrivo in salita: il Mont Ventoux e Courchevel fecero infatti tornare il sorriso sulle labbra ai tifosi di Pantani, che pensavano di aver finalmente ritrovato il loro idolo. Un dualismo che è andato anche oltre la corsa, con Armstrong che disse di aver voluto lasciare la vittoria sul Ventoux a Pantani, e con quest'ultimo che gli rispose: "ne riparleremo a Courchevel", dove vinse una tappa memorabile. Fu l'ultima impresa del Pirata. E adesso? Marco Pantani non c'è più da quasi nove anni, mentre l'americano ha conquistato e perso sette Tour de France. Pantani è stato trattato come il più becero dei terroristi, con avvisi di garanzia che gli arrivavano ogni due settimane, mentre Armstrong ha potuto dedicarsi al triathlon ed è potuto anche tornare a gareggiare, conquistando un podio alla Grand Boucle del 2009. Pantani è morto da solo in un hotel di Cesenatico mentre implorava giustizia, Armstrong ha potuto aprire una fondazione per i malati di cancro. Armstrong ha perso tutto, Pantani ha perso la vita. E ha ragione Enrico Zaina, storico gregario di Marco, quando ieri su facebook ha scritto questo sfogo: "Qualsiasi cosa dica Lance Armstrong non dirà niente che l ambiente del ciclismo non abbia sospettato o pensato, di tutta questa storia di una cosa sono rammaricato, e il pensiero non può che andare a Pantani .. Marco ha subito tutto ciò che poteva subire per una guerra mediatica, ora Lance dirà che è stato coperto perché faceva comodo al tour, a certi sponsor, a giochi di potere, alla politaca, io Ammiro Lance non ce l ho con lui anzi, ce l ho con i potenti che hanno permesso tutto questo.. Panta.. quelle tue parole su quel passaporto prima di spegnerti per sempre ora valgono oro.." Chi sa parli", lo farà Lance probabilmente lo farà lui per tutti".

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