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4 chiacchiere tra amici

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Amazzone
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MessaggioInviato: 07/02/2017, 9:16
Grassie Peter


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Mandy ha scritto:Grassie Peter


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Right on sista!

S.
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Mi piacciono the illustrations e quel misto giapponese inglese è affascinante. Il Giappone (quello contadino) mi ha sempre affascinato. Da piccola mia nonna aveva spesso studenti giapponesi ospiti a casa sua ed erano così diversi da noi era impossibile non rimanere colpiti. Da grande ho scoperto che ci sono delle isole giapponesi dove si colora the weft e the weave e mentre crei il tessuto viene fuori un disegno. È un posto dove mi piacerebbe andare. Poi si sa che tra isolani ci si capisce


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MessaggioInviato: 07/02/2017, 9:27
Immagine

Così
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Grassie Strudelino. Ho un sacco da leggere...
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Gabriele Fuga, Enrico Maltini, Pinelli. La finestra è ancora aperta, ed. Colibrì 2016, pp. 272, € 14

https://www.carmillaonline.com/2017/04/ ... -incolume/

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MessaggioInviato: 31/10/2017, 12:22
https://www.carmillaonline.com/2017/10/31/41194/

"Federico Bellini nel suo saggio analizza pagine di resistenza all’egemonia dell’azione scritte da autori come Herman Melville (Bartleby, 1853), Joseph Conrad (The Nigger of the “Narcissus”, 1897) e Samuel Beckett (Murphy, 1938). Ad accomunare i personaggi attorno ai quali i tre grandi scrittori costruiscono le loro opere – Bartleby, James Wait e Murphy – è, seppure in modalità differenti, il non lavoro. Il mite impiegato Bartleby di cui racconta Melville inizia improvvisamente a rifiutarsi di assolvere alle mansioni d’ufficio: di punto in bianco “preferirei di no” diviene la sua risposta automatica alle richieste che gli vengono fatte. Il marinaio James Wait, originario delle Indie Occidentali, di cui ci racconta Conrad, è reso pigro dalla malattia che lo condurrà alla morte prima di sbarcare dopo un lungo viaggio in cui l’intera ciurma si prodiga per sostenerlo. Il giovane perdigiorno Murphy di origini irlandesi che vive nel sud ovest londinese narrato da Beckett, è alle prese con una serie di nevrosi che gli impediscono l’azione e lo isolano dal resto della società. Attraverso tali personaggi letterari che si rifiutano di lavorare i tre scrittori riescono a dare corpo a uno sguardo alternativo sulla loro epoca, su quella fetta di modernità, che grossomodo copre la seconda metà dell’Ottocento, costruita sull’egemonia dell’azione, del fare e del trasformare."

"Borradori invita a leggere La saggezza dei pigri «a partire da una riflessione su almeno tre domande chiave dell’orizzonte neoliberalista che ci forza a interrogarci sul senso del fare anche al di là del lavoro, almeno come l’abbiamo concepito a partire dalle rivoluzioni industriali che hanno contraddistinto la modernità: in che senso l’essere umano è capitalizzabile? Che cosa sta dietro all’incessante esortazione di investire su noi stessi? E da ultimo, è possibile disinvestire nel capitale umano, soprattutto quando si tratta del proprio?»"

S.
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MessaggioInviato: 31/10/2017, 12:46
Ho ricevuto in regalo venerdì scorso un piccolo racconto di Jean Giono, intitolato L'uomo che piantava gli alberi, per i tipi di Salani.
A regalarmelo è stato il mio ex capo: ne ha regalata una copia ciascuno a tutto il team, riunito proprio quella sera a cena per salutarlo dopo 26 anni di leadership indiscussa nel mondo della stampa di grande formato in Italia.
E, mi verrebbe da dire, in EMEA (per chi non mastica l'a volte ridicolo gergo che devo spesso usare per lavoro, è l'acronimo di Europe, Middle East & Asia).
Si tratta di un racconto brevissimo, ma toccante, dove l'amore sincero e disinteressato per l'altro porta un uomo a piantumare sistematicamente una landa brulla e desolata.
Un libro di amore e di speranza, molto meno retorico di come le mie parole l'hanno probabilmente dipinto.

se a qualcuno dovesse interessare:
https://www.amazon.it/Luomo-piantava-al ... eri+salani
io: "Non conosco uno straccio di strada qui in zona..."
Chicco: "Non le conoscerai mai se non vai."
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MessaggioInviato: 24/11/2017, 0:01
Le donne che corrono con i lupi di Clarissa Pinkola Estés


Saggio stupendo
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MessaggioInviato: 24/11/2017, 10:57
Mandy ha scritto:Le donne che corrono con i lupi di Clarissa Pinkola Estés


Saggio stupendo


All’apparenza un libro scritto per le donne e in un certo senso lo è. Le favole sono la parte più antica di ogni cultura e le ho sempre trovate affascinanti perché non sono racconti per bambini, sono racconti per ogni momento della nostra vita è sono piene di sfaccettature e profondità nascoste che si vedono solo se hai gli occhi per vederle. Lettura consigliata per chi non ha paura di guardare il barbablù o la strega in faccia.
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Confratello
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MessaggioInviato: 24/11/2017, 12:33
Vorrei cambiare ebook reader.
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MessaggioInviato: 25/11/2017, 8:43
LA DONNA SCHELETRO
Aveva fatto qualcosa che suo padre aveva disapprovato, sebbene nessuno più rammentasse cosa. Il padre l'aveva trascinata sulla scogliera e gettata in mare. I pesci ne mangiarono la carne e le strapparono gli occhi. Sul fondo del mare, il suo scheletro era voltato e rivoltato dalle correnti.
Un giorno arrivò in quella baia, dove un tempo andavano in tanti, un pescatore. L'amo del pescatore scese nell'acqua e si impigliò nelle costole della Donna Scheletro. Pensò il pescatore: "Ne ho preso uno proprio grosso!" Intanto pensava a quanta gente quel grosso pesce avrebbe potuto nutrire, a quanto sarebbe durato, per quanto tempo avrebbe potuto restarsene a casa tranquillo. E mentre stava cercando di tirare su quel gran peso attaccato all'amo, il mare prese a ribollire, perché colei che stava sotto stava cercando di liberarsi. Ma più lottava e più restava impigliata. Inesorabilmente veniva trascinata verso la superficie, con le costole agganciate all'amo.Il pescatore si era girato per raccogliere la rete e non vide la testa calva affiorare dalle onde, non vide le piccole creature di corallo che guardavano dalle orbite del teschio, non vide i crostacei sui vecchi denti d'avorio.
Quando si volse, l'intero corpo era salito in superficie e pendeva dalla punta del kayak.
"Ah!", urlò l'uomo, e il cuore gli cadde fino alle ginocchia, gli occhi per il terrore si nascosero in fondo alla testa, e le orecchie diventarono rosso fuoco. La gettò giù dalla prua con il remo, e prese a remare come un demonio verso la riva. Non rendendosi conto che era aggrovigliata nella lenza, era sempre più terrorizzato perché essa pareva stare in piedi e seguirlo a riva. Per quanto andasse a zig zag restava lì dietro ritta in piedi e il suo respiro rovesciava sulle acque nuvole di vapore, e le braccia si lanciavano in acqua come per afferrarlo.
Alla fine l'uomo raggiunse il suo igloo, si lanciò nella galleria, e a quattro zampe penetrò all'interno. Ansimando e singhiozzando giacque nell'oscurità, con il cuore che batteva come un tamburo. Finalmente al sicuro.
Ma quando accese la lampada all'olio di balena, eccola, lei era lì, ed egli cadde sul pavimento di neve con un tallone sulla sua spalla, un piede sul suo gomito. Non seppe poi dire come fu, forse la luce del fuoco ne ammorbidiva i lineamenti, o forse perché era un uomo solo. Fatto sta che sentì nascere come un sentimento di tenerezza, e lentamente allungò le mani sudicie e prese a liberarla dalla lenza. "Ecco, ecco", prima liberò le dita dei piedi, poi le caviglie. E continuò nella notte, e la coprì di pellicce per tenerla al caldo. Cercò la pietra focaia e accese il fuoco. Lei non diceva una parola - non osava - perché altrimenti quel cacciatore l'avrebbe presa e gettata agli scogli.
All'uomo venne sonno, scivolò sotto le pelli e cominciò ben presto a sognare. Talvolta, durante il sonno, una lacrima scivola giù dall'occhio di chi sogna, quando c'è un sogno di tristezza o di struggimento. E questo accadde all'uomo. La Dona Scheletro vide la lacrima brillare nella luce del fuoco, e d'improvviso sentì un'immensa sete. Si trascinò accanto all'uomo addormentato e posò la bocca su quella lacrima. Quell'unica lacrima era come un fiume, e lei bevve e bevve finchè la sua sete di anni non fu placata.
Frugò nell'uomo addormentato e gli prese il cuore, il tamburo possente. Si mise a sedere e si mise a picchiare sui due lati del cuore. Mentre suonava si mise a cantare: "Carne, carne, carne!". E più cantava più si ricopriva di carne. Cantò per i capelli e per buoni occhi e per mani piene. Cantò la linea tra le gambe, e il seno, abbastanza grande da trovarvi calore, e tutte le cose di cui una donna ha bisogno. E poi cantò i vestiti, che si togliessero dal dormiente, e scivolò nel letto con lui, pelle a pelle. Rimise il suo cuore nel suo corpo, e così si risvegliarono stretti uno nelle braccia dell'altra, aggrovigliati dalla loro notte, in un altro mondo, bello e duraturo.
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MessaggioInviato: 11/02/2018, 8:53
La Communicazione Nonviolenta di Marshall Rosenberg. Mi ha aperto gli occhi sul motivo per tantissime situazioni che vivo nelle relazioni con gli altri e con me stessa e che trovo difficili da comprendere e risolvere. Liberarsi dai sensi di colpa, la vergogna, imparare ad osservare senza giudicare, trovare un’empatia sana e riuscire ad esprimere i propri sentimenti e bisogni porta alla serenità.

Se vi sentite pronti per aprire la mente, questo libro vi potrebbe cambiare la vita
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Ciucciaranelle al mentolo
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MessaggioInviato: 11/02/2018, 21:06
...non lo sono. Ho paura di quello che potrei trovarci.

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Quando parti, non portare con te un idiota. Ne troverai sicuramente uno sul posto.
"Calboni sparava balle così mostruose che a quota 1600 Fantozzi fu colto da allucinazioni competitive."
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MessaggioInviato: 11/02/2018, 23:12
È di una semplicità disarmante. E la differenza si vede e si sente.


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