Mandy ha scritto:Ho fatto il corso api e sono andata a tutti gli incontri apistici possibili. Sono rimasta sconvolta e delusa dalla quantità di veleni associati all'apicoltura, dalla mancanza di rispetto che alcuni hanno per le api e come le sfruttano fino alla distruzione delle famiglie. Mi piacerebbe tantissimo fare apicoltura ma senza trovarmi schiava delle aziende chimiche e il business del "se non hai questo o quello, se non fai questo o quello investimento, non puoi avere api e raccogliere o vendere il miele). Le api sono affascinanti e mi piacerebbe trovare un modo di gestirle più naturale (e bio) possibile.
Ange il discorso, nella sua banale brutalità, è molto semplice:
Vivere di apicoltura in Italia (Europa?!) è impossibile!
Ci sono solo due modi a me noti per pensare di diventare apicoltori per professione e non andarci in perdita:
1) Associarsi ad altri apicoltori, prendere il maggior numero di casse possibile e scannarle (
with a pinch of salt, that is...), facendo pacchi, regine, 'sta cazzo di acacia che fidatevi è il miele più di merda che si possa mangiare dopo la colza, forse...
2) Fare gli apicoltori hippie producendo pochissimi quintali, di eccellente qualità e magari di fioriture particolari che sarebbe impossibile trovare nei supermercati, e curarne la vendita al dettaglio,
ergo, andare e farsi quella gran menata che sono i GAS, le domeniche della Coldiretti, i mercatini del gusto dell'artigianato delle pulci degli organi. Oppure mettere proprio su bottega e fare caramelle cosmetici ecc. a tempo perso, che in apicoltura è un concetto vago ma corrisponde grosso modo ai mesi da fine ottobre a inizio marzo.
La terza soluzione prevede di emigrare all'estero ma come avete visto più sopra in quell'articolo sulla manuka tutto il mondo è paese, anche a Downunderlandia.
I "veleni" di cui dici provengono da varie direzioni e sono in parte responsabilità diretta degli apicoltori, in parte un'amalgama disomogenea di vari fattori diversissimi come l'inquinamento ambientale (intendendo il complesso aria-terra-acqua), i fitofarmaci, gli antimuffa, i concimi, gli scarichi industriali...
Fondamentalmente i farmaci in apicoltura sono un paio, un acaricida per la varroa e l'acido ossalico. Strategie alternative ne esistono ma sono ancora in fase di studio e sono per lo più antieconomiche.
Chi dice di poter curare le api con gli enzimi, potrebbe dire il vero, lo scopriremo magari tra vent'anni quando saremo troppo vecchi e consumati per fare questo lavoro che comunque, essendo ancora molto manuale, è abbastanza massacrante oltre certi numeri (purtroppo, quelli che servono per portare il pane a casa!!).
Per la cronaca, un apicoltore professionista in Italia per vivere dignitosamente deve avere e gestire in quasi autonomia sulle 500 casse o famiglie di api.
Oppure vi fate assumere da un'azienda e lavorate come dicono loro...
S.