Semplicemente Grazie

Forse oggi ho le forse per scrivere due righe sensate..
Ieri quando ho girato il bonifico a Flavio e ad Erika (l’altra volontaria) il commento è stato
“Adoriamo i bonifici da 2000 euro!!” proprio perché per noi son tanti.
La maison è una piccola onlus nata dall’immenso cuore di Justine, una donna beninese che ha provato in prima persona il peso dell’esser femmina in Africa, fatto di ingiustizie, lavoro e impotenza sulla vita dei propri figli.
Si era ripromessa che se un giorno la vita fosse stata un po’ clemente con la sua famiglia lei avrebbe fatto tutto il possibile per alleviare un po’ di sofferenza agli altri.
Così è stato e lei non si è tirata indietro.
Ha iniziato da sola mentre tutti nella piccola cittadina gli davano della pazza, gli dicevano che si sarebbe tirata addosso l’odio dei potenti e l’ira dei propri figli per non aver pensato a loro ma per aver sperperato il denaro per aiutare altri.
“Da ragazzina ho sofferto sulla mia pelle quello che ora soffrono i fanciulli che ospito, Ho visto mia madre soffrire le stesse pene delle donne che ho accolto. Quando provavo e vedevo tutta quella sofferenza, mi sono ripromessa di spendere tutta me stessa per annullarla e portare la gioia nei cuori. Sono felice quando vedo un volto sorridere, un bimbo ben vestito, nutrito, curato. Mio marito Cristian Yaya condivide quello che faccio, solo si raccomanda di non esagerare per non compromettere la mia salute.”
Ma lei è andata avanti, sempre con il sorriso sulle labbra e dal suo grande cuore ancora oggi sgorga un amore immenso.
Ecco oggi voi siete parte di questo grande amore, del suo grande cuore, siete una nuova pietra posta nel cammino verso la libertà delle donne di un intero villaggio e dei suoi bambini.
Se un giorno la incontrerete il suo sorriso e il suo abbraccio vi faranno capire molte cose ch enon possono essere spiegate a parole..perchè non ne esistono..
E riguardo ai suoi figli..ecco l’intervista fatta a Clemance, all’epoca aveva 14 anni, ora ne ha 18
“Sei contenta che in casa ci siano tanti altri ragazzini? Non ritieni che la loro presenza ti costringa a rinunciare a tante cose che ti piacerebbe avere: bei vestiti, le ultime novità per il divertimento ecc.?” Con grande serenità mi ha risposto: “No, è bello essere in tanti in casa, vivere assieme, condividere le stese cose. Nella famiglie dei vicini i ragazzi vivono isolati. Noi invece ci divertiamo tutti assieme. E’ vero, i miei compagni di scuola vestono con abiti giunti dalla Francia, mentre io devo accontentarmi di vestiti realizzati in Benin. Io sono di questo Paese e devo essere orgogliosa di vestire alla moda del mio Paese.” Poi ha aggiunto ”Fare del bene rende felici ed io sono contenta che i miei genitori abbiano scelto per noi questo modo di vivere. L’altro giorno, mentre andavo a scuola ho visto per strada due bambini, uno più grande e l’altro più piccolo. Il più piccolo piangeva. Ho fermato la bicicletta ed ho chiesto perché piangesse. Il più grande mi ha risposto che aveva fame. Ho preso dalla tasca i soldi che mamma mi aveva dato per la merenda e li ho dati a questi bimbi affinché comprassero qualcosa da mangiare. Io ho rinunciato alla merenda, ma quei bimbi per quella mattina non avrebbero più avuto fame. E’ stata una cosa piccola, ma potevo fare quello e l’ho fatto. Se ciascuno facesse per gli altri quello che potrebbe fare!”
Clemence è una ragazza beninese di 14 anni, quale insegnamento per tutti noi che riteniamo di poter impartire lezioni di civiltà e democrazia ai popoli che consideriamo sottosviluppati.
Vi voglio bene Deadlanders!
Vi allego qualche foto del pozzo realizzato al villaggio..dove verrà realizzato anche il mulino.
Pozzo Silvana perchè stato fatto per la nascita di una bambina di una volontaria..la madre le ha fatto un bel regalo.
Ieri quando ho girato il bonifico a Flavio e ad Erika (l’altra volontaria) il commento è stato
“Adoriamo i bonifici da 2000 euro!!” proprio perché per noi son tanti.
La maison è una piccola onlus nata dall’immenso cuore di Justine, una donna beninese che ha provato in prima persona il peso dell’esser femmina in Africa, fatto di ingiustizie, lavoro e impotenza sulla vita dei propri figli.
Si era ripromessa che se un giorno la vita fosse stata un po’ clemente con la sua famiglia lei avrebbe fatto tutto il possibile per alleviare un po’ di sofferenza agli altri.
Così è stato e lei non si è tirata indietro.
Ha iniziato da sola mentre tutti nella piccola cittadina gli davano della pazza, gli dicevano che si sarebbe tirata addosso l’odio dei potenti e l’ira dei propri figli per non aver pensato a loro ma per aver sperperato il denaro per aiutare altri.
“Da ragazzina ho sofferto sulla mia pelle quello che ora soffrono i fanciulli che ospito, Ho visto mia madre soffrire le stesse pene delle donne che ho accolto. Quando provavo e vedevo tutta quella sofferenza, mi sono ripromessa di spendere tutta me stessa per annullarla e portare la gioia nei cuori. Sono felice quando vedo un volto sorridere, un bimbo ben vestito, nutrito, curato. Mio marito Cristian Yaya condivide quello che faccio, solo si raccomanda di non esagerare per non compromettere la mia salute.”
Ma lei è andata avanti, sempre con il sorriso sulle labbra e dal suo grande cuore ancora oggi sgorga un amore immenso.
Ecco oggi voi siete parte di questo grande amore, del suo grande cuore, siete una nuova pietra posta nel cammino verso la libertà delle donne di un intero villaggio e dei suoi bambini.
Se un giorno la incontrerete il suo sorriso e il suo abbraccio vi faranno capire molte cose ch enon possono essere spiegate a parole..perchè non ne esistono..
E riguardo ai suoi figli..ecco l’intervista fatta a Clemance, all’epoca aveva 14 anni, ora ne ha 18
“Sei contenta che in casa ci siano tanti altri ragazzini? Non ritieni che la loro presenza ti costringa a rinunciare a tante cose che ti piacerebbe avere: bei vestiti, le ultime novità per il divertimento ecc.?” Con grande serenità mi ha risposto: “No, è bello essere in tanti in casa, vivere assieme, condividere le stese cose. Nella famiglie dei vicini i ragazzi vivono isolati. Noi invece ci divertiamo tutti assieme. E’ vero, i miei compagni di scuola vestono con abiti giunti dalla Francia, mentre io devo accontentarmi di vestiti realizzati in Benin. Io sono di questo Paese e devo essere orgogliosa di vestire alla moda del mio Paese.” Poi ha aggiunto ”Fare del bene rende felici ed io sono contenta che i miei genitori abbiano scelto per noi questo modo di vivere. L’altro giorno, mentre andavo a scuola ho visto per strada due bambini, uno più grande e l’altro più piccolo. Il più piccolo piangeva. Ho fermato la bicicletta ed ho chiesto perché piangesse. Il più grande mi ha risposto che aveva fame. Ho preso dalla tasca i soldi che mamma mi aveva dato per la merenda e li ho dati a questi bimbi affinché comprassero qualcosa da mangiare. Io ho rinunciato alla merenda, ma quei bimbi per quella mattina non avrebbero più avuto fame. E’ stata una cosa piccola, ma potevo fare quello e l’ho fatto. Se ciascuno facesse per gli altri quello che potrebbe fare!”
Clemence è una ragazza beninese di 14 anni, quale insegnamento per tutti noi che riteniamo di poter impartire lezioni di civiltà e democrazia ai popoli che consideriamo sottosviluppati.
Vi voglio bene Deadlanders!
Vi allego qualche foto del pozzo realizzato al villaggio..dove verrà realizzato anche il mulino.
Pozzo Silvana perchè stato fatto per la nascita di una bambina di una volontaria..la madre le ha fatto un bel regalo.