Mattine d'inverno

L’inverno, la nebbia, il freddo, la poca voglia di andare la lavoro, la tanta voglia di non mollare il piumone..
Mi alzo 20 minuti prima di quanto farei con un’auto normale, mi vesto e scendo.
Come Linus ho sottobraccio la fedele copertina.
La serratura è ghiacciata, la chiave non entra ma anche se non fumo ho imparato a tenere in tasca un accendino.
Apro la porta e inizio la camperizzazione invernale del mezzo: copertina sul sedile ghiacciato, in posizione tattica in modo che poi, quando mi siedo, rigiro quel che avanza sulle gambe.
Salgo e giro la chiave.
Qualche “pompata” al tasto del gpl, l’88 borbotta ma parte al primo colpo!
Mi stringo nelle spalle, il fiato fuma, le mani in tasca, il piede fa su e giù dal pedale dell’acceleratore per non farla spegnere giusto il tempo che si scalda.
Dopo 6/7 minuti tiene il minimo, scendo e gratto il ghiaccio dal vetro, risalgo e gratto il ghiaccio anche all’interno del vetro.
E’ giunto il momento, ci siamo: leva accensione fari abbassata, leva accensione luci del cruscotto abbassata, leva accensione riscaldamento abbassata: siamo pronte alla partenza!
Alla velocità di un carro armato ci mettiamo in strada.
A poco a poco l’88 si scalda per bene e così la posso lanciare alla folle velocità dei 60 km/h con punte da 70 sull’unico rettilineo sufficientemente lungo per prendere quella velocità.
Gli automobilisti incazzati del mattino mi odiano “mbhe..supera! mica è colpa mia se non sai guidare..”
Durante il viaggio ho tempo di guardare le montagne innevate di fronte ai miei occhi; non mi ero mai accorta di quanto sono belle: maestose ed imponenti sembrano essere lì ad un soffio, se allungo la mano le posso toccare.
I rami degli alberi ora spogli di foglie sono carichi di brina; i deboli raggi del sole bastano a far brillare le gocce di ghiaccio come fossero stelle cadenti giunte sulla terra..e così tutti i campi; sembra di avere il cielo ai miei piedi, mi sembra di volare e il rombo della mia Land mi ricorda quello di un aeroplano.
L’ultima curva è ormai all’orizzonte, la linea bianca ci attende.
Parcheggio la mia fidata amica con un sorriso compiaciuto e una carezza al volante: sei stata grande!
Anche questa avventura è finita ma la nostalgia non mi assale..so già che mi basterà rimetterti le chiavi, vecchia mia, per ricominciare a sognare..
Mi alzo 20 minuti prima di quanto farei con un’auto normale, mi vesto e scendo.
Come Linus ho sottobraccio la fedele copertina.
La serratura è ghiacciata, la chiave non entra ma anche se non fumo ho imparato a tenere in tasca un accendino.
Apro la porta e inizio la camperizzazione invernale del mezzo: copertina sul sedile ghiacciato, in posizione tattica in modo che poi, quando mi siedo, rigiro quel che avanza sulle gambe.
Salgo e giro la chiave.
Qualche “pompata” al tasto del gpl, l’88 borbotta ma parte al primo colpo!
Mi stringo nelle spalle, il fiato fuma, le mani in tasca, il piede fa su e giù dal pedale dell’acceleratore per non farla spegnere giusto il tempo che si scalda.
Dopo 6/7 minuti tiene il minimo, scendo e gratto il ghiaccio dal vetro, risalgo e gratto il ghiaccio anche all’interno del vetro.
E’ giunto il momento, ci siamo: leva accensione fari abbassata, leva accensione luci del cruscotto abbassata, leva accensione riscaldamento abbassata: siamo pronte alla partenza!
Alla velocità di un carro armato ci mettiamo in strada.
A poco a poco l’88 si scalda per bene e così la posso lanciare alla folle velocità dei 60 km/h con punte da 70 sull’unico rettilineo sufficientemente lungo per prendere quella velocità.
Gli automobilisti incazzati del mattino mi odiano “mbhe..supera! mica è colpa mia se non sai guidare..”
Durante il viaggio ho tempo di guardare le montagne innevate di fronte ai miei occhi; non mi ero mai accorta di quanto sono belle: maestose ed imponenti sembrano essere lì ad un soffio, se allungo la mano le posso toccare.
I rami degli alberi ora spogli di foglie sono carichi di brina; i deboli raggi del sole bastano a far brillare le gocce di ghiaccio come fossero stelle cadenti giunte sulla terra..e così tutti i campi; sembra di avere il cielo ai miei piedi, mi sembra di volare e il rombo della mia Land mi ricorda quello di un aeroplano.
L’ultima curva è ormai all’orizzonte, la linea bianca ci attende.
Parcheggio la mia fidata amica con un sorriso compiaciuto e una carezza al volante: sei stata grande!
Anche questa avventura è finita ma la nostalgia non mi assale..so già che mi basterà rimetterti le chiavi, vecchia mia, per ricominciare a sognare..