cleopatra

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Tobyamos ha scritto:ho sentito Giovi e mi dice che è come essere in guerra....ma qui siamo impotenti, ciò non toglie che se i traghetti riescono a fare le tratte possiamo organizzarci e venire su. Non penso che raggiungere uno di voi e aiutare a spalare sia d'impiccio, 4 ruote motrici e un paio di braccia sono meglio che tante parole....

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MessaggioInviato: 19/11/2013, 13:35
confermo, faccio parte di un'associazione di radiamaotori l'ERA, ho appena parlato con il presidente locale, ancora non siamo stati allertati e comunque anche io non sono stato dotato di atrezzature giubbotti etc, comunque ho gia caricato in macchina varie cose, adesso mi preparo un gruppo elettrogeno, la motosega, e altre cosette, intanto mi preparo le radio a casa e nel range.......mi sa che il peggio deve arrivare,.....
inoltre la regione sardegna non ha ancora richiesto aiuti a nessuno, per il momento credo sia sotto controllo la situazione...non so dirvi altro
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MessaggioInviato: 19/11/2013, 13:38
se non fanno evaquare la gente dalle case voglio vedere come fa la protezione civile ad impedire di mettersi al lavoro...a meno che appunto non facciano sgombrare e isolano le zone.Quando ci fu l'alluvione qui a Monza io avevo mezzo metro d'acqua in cortile e non volevano farmi rientrare in casa neanche per prendere i cani...
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MessaggioInviato: 19/11/2013, 13:39
16 vittime di cui 4 bambini....non so che dire
I morti li portano via freddi.
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MessaggioInviato: 19/11/2013, 13:39
le regione autonome hanno loro modalità....
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MessaggioInviato: 19/11/2013, 13:41
dana ha scritto:
Tobyamos ha scritto:ho sentito Giovi e mi dice che è come essere in guerra....ma qui siamo impotenti, ciò non toglie che se i traghetti riescono a fare le tratte possiamo organizzarci e venire su. Non penso che raggiungere uno di voi e aiutare a spalare sia d'impiccio, 4 ruote motrici e un paio di braccia sono meglio che tante parole....

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MessaggioInviato: 19/11/2013, 14:35
ho visto ora il tg della sardegna davvero un tragedia :(
i principi fondamentali del vivere comune si son persi per strada .... anche per questo faccio off-road
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MessaggioInviato: 19/11/2013, 15:20
http://video.repubblica.it/dossier/allu ... ref=HREA-1
questo è il ponte tra dorgali e oliena
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MessaggioInviato: 19/11/2013, 19:23
Da me l'emergenza è rientrata verso le 24:00 di ieri notte, molti danni molto spavento ma fortunatamente non piangiamo morti,
questa era la situazione delle ore 15 di ieri.
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MessaggioInviato: 19/11/2013, 19:28
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MessaggioInviato: 19/11/2013, 22:21
Non ho ancora visto il Tg ma mi bastano le vostre foto :(
Dev'essere allucinante.
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MessaggioInviato: 20/11/2013, 11:19
Davidone ha scritto:16 vittime di cui 4 bambini....non so che dire


io invece saprei benissimo cosa dire, ma è meglio che me ne stia zitto...
tanto per un geologo, parlare o tacere sortisce più o meno lo stesso effetto.
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MessaggioInviato: 20/11/2013, 18:24
Giorgio non dire che la colpa è dell'uomo, commenta questa foto......
422243[1].jpg
422243[1].jpg (28.19 KiB) Osservato 1680 volte

questi binari li ha messi un nuragico ancor prima che inventassero il treno.
Torno normale.....ma cazzo d'un santo, possibile che sti deficienti delle ferrovie dello stato 5 anni fa spostando la linea ferroviaria (rompendo i coglioni a tutti i proprietari dei terreni da espropriare) non hanno pensato perché nella vecchia linea ci fossero tanti ponti?
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MessaggioInviato: 20/11/2013, 20:43
avevo scritto oggi putroppo il server non rispondeva, comunque si... hai ragione difensore le tue immagini si commentano da sole
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MessaggioInviato: 21/11/2013, 15:48
difensoresardo ha scritto:Giorgio non dire che la colpa è dell'uomo


Non devo dire che la colpa è dell'uomo?
Che "a memoria d'uomo" non si ricordava una precipitazione come questa?

Consideriamo un'onesta "memoria d'uomo" di circa 50 anni:
· 4 novembre 1966: alluvione a Firenze (ma allagamenti e dissesti diffusi anche nel resto della Toscana, Veneto, Trentino, Lombardia, Friuli, Piemonte ed Emilia), con 39 morti, 5.000 senzatetto, danni agli edifici pubblici. Stanziati 10.300 miliardi di lire in 10 anni.
· aprile 1967: a causa di forti piogge (probabilmente eccezionali, per l'epoca) si stacca una frana da 60.000 metri cubi, su un'area di 7.000 mq, in Valle d'Aosta: si mangia una fetta di S.S. n. 26 e alcune case. Fortunatamente non si contano vittime.
· 23 febbraio 1969: frana a Lecco: 7 morti e 3 feriti gravi. Spesi 75,6 miliardi di lire in 8 anni.
· 7 e 8 ottobre 1970: alluvione a Genova: 35 morti, un migliaio di senzatetto, danni economici ingenti (oltre 50.000 operai senza lavoro). Finanziati 130 miliardi di lire in 11 anni.
· dicembre 1972 - gennaio 1973: alluvione in Calabria (nell'arco di tempo dell'evento si sono rovesciati al suolo 1.500 mm di pioggia, ovvero l'intera precipitazione media annua: :shock: ma come? già 40 anni fa esistevano le cosiddette "bombe d'acqua"? Pensavo fossero un'invenzione dell'era contemporanea). Una ventina di morti, 50.000 i senzatetto, circa l'80% delle terre e delle infrastrutture dell'Aspromonte, della Sila sudoccidentale, della piana di Gioia Tauro e del litorale jonico completamente devastate). Danni stimati superiori a 900 miliardi di lire.
· marzo-aprile 1973: piogge (sempre eccezionali...) innescano alluvioni e frane in Basilicata. Danni per 732 miliardi di lire, finanziati dal 1973 al 1977.
· 18-20 maggio 1977: intensi (!) nubifragi provocano nel Piemonte occidentale e specialmente nel torinese intensa attività erosiva ed esondazioni. 7 morti per il crollo del ponte in muratura di Bibiana, mentre si trovavano incautamente (e qui poi apriamo una parentesi...) ad osservare la piena del Fiume Pellice. Stanziati dallo stato 306 miliardi di lire. Va sottolineato che gran parte dei fenomeni di dissesto si erano già manifestati in passato nei medesimi luoghi e con intensità uguale o superiore.
· Ottobre 1977: Piemonte (di nuovo!), Liguria e Valle d’Aosta vengono colpiti da “nuovi” dissesti idrogeologici. Stavolta il giochetto costa alla collettività 805 miliardi di lire.
· 15 aprile 1978: in seguito ad un movimento franoso che ostruì i binari della linea FI-BO, in Comune di Monzuno (BO), due treni si scontrano. Muoiono 48 persone e 76 restano ferite.
· Primi di agosto 1978: nelle province di Novara (allora l'Ossola era in provincia di Novara), Torino, Vercelli ed Asti, in seguito a forti (ma mi verrebbe da dire “eccezionali”) nubifragi causano diversi movimenti franosi, che costano 18 vite umane.
· 13 dicembre 1982: frana di Ancona. 340 ettari di terra si muovono, causando ingenti danni alle strutture e lo sfollamento di 3.661 persone, oltre che un danno economico di circa 1.000 miliardi di lire. Anche qui va segnalato che durante il periodo ottobre-dicembre nell’area è caduta circa il 48% della pioggia annua, di cui 160 mm una settimana prima dell’evento.
· 22-23 maggio 1983: in Valtellina, in provincia di Sondrio, si verifica uno sciame di dissesti gravitativi (tra i più noti: la frana di Teglio), che costerà complessivamente 17 morti, 20 feriti, 3205 evacuati.
· 17-19 luglio 1987: frana di Val Pola, Valtellina (SO). Piogge intense (ancora???) e prolungate causano centinaia di frane e colate detritiche, nonché l’esondazione in più punti del F. Adda. Una valanga di roccia di 35 milioni di metri cubi si stacca dal Monte Zandilla. In totale si contano 49 morti, 12 dispersi e 31 feriti. Evacuate 20.000 persone per diverse settimane. Danno economico valutato tra 1.000 e 2.000 miliardi di lire.
· Aprile 1992: alluvione del F. Tronto (Marche meridionali al confine con l’Abruzzo), con punte di piovosità di 370 mm in un solo giorno: sensazionale per l’epoca… Come misura economica, lo stato interviene con due ordinanze ministeriali che sospendono i termini di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali nei comuni colpiti.
· 22 settembre 1992: alluvione in Liguria. Una forte (e straordinaria “a memoria d’uomo”, aggiungerei io…) ondata di maltempo causa alluvioni a Savona ed immediati dintorni. 4 vittime (più una quinta, un marito deceduto settimane dopo l’evento di crepacuore per la perdita della moglie nell’alluvione). 5 giorni dopo sondano anche la maggior parte dei torrenti del ponente genovese e della Val Polcevera.
· 23 settembre 1993 (notate la beffarda “casualità” delle date): alluvione a Genova. 353 mm di pioggia in 2 giorni (una vera e propria “bomba d’acqua” ante litteram…). 2 morti e tre dispersi, oltre ai soliti danni connessi (paesi isolati, fabbriche chiuse per definitivo danneggiamento dei macchinari, insieme a centinaia di negozi).
· Novembre 1994: alluvione in Piemonte. Nei territori delle province di Cuneo, Asti e Alessandria perdono la vita oltre un centinaio di persone, 5.000 restano senza abitazione, migliaia di capi di bestiame annegati, scorte di cereali e mangimi volatilizzati in pochi istanti, terreni agricoli compromessi per un lungo periodo.
· 19 giugno 1996: in Versilia si verifica un evento meteorico eccezionale (quante volte è già successo in meno di 50 anni?), sotto forma di acquazzone, che causa frane fino a 2.200.000 mc di volume movimentato. 13 morti e un disperso: i 13 furono restituiti dal mare molto tempo dopo il fatto. Interi paesi distrutti e isolati, 3.500 famiglie colpite dai danni alle proprie abitazioni.
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· 5-6 maggio 1998: frane di Sarno e di Quindici (e più in generale nelle province di SA, AV e CE), a seguito di eventi pluviometrici particolarmente intensi (stavolta “solo” 140 mm di pioggia in 72 ore). Nel corso di decine e decine di colate rapide di fango (uno dei fenomeni naturali più rabbiosi e pericolosi) si mobilizzano complessivamente due milioni di mc di terreno. 159 vittime, di cui 137 nella sola Sarno. Anche l’ospedale di Sarno fu investito in pieno dalla frana.
· 15 dicembre 1999: dopo tre giorni di piogge insistenti (e probabilmente senza precedenti, aggiungerei…) a Cervinara e S. Martino Valle Caudina (AV) un fiume di fango e detriti ruba la vita a 5 persone e causa una decina di feriti. Un terzo degli abitanti di Cervinara (ovvero circa 3.000 persone) sono inoltre costrette a lasciare le proprie abitazioni.
· 10 settembre 2000: alluvione a Soverato (CZ): un intenso evento piovoso provoca 11 vittime, 4 dispersi e 25 feriti. In particolare si rileva che i detriti ed i resti degli incendi che si sono succeduti durante l’estate, hanno fatto da tappo all’onda di piena, causando un repentino cedimento della “diga” che si era formata e un’onda di fango che spazza in pochi istanti un campeggio e un vasto canneto. Inutili i tentativi di accedere all’alveo della fiumara, che aveva aumentato di 20 volte le sue dimensioni ordinarie, con i fuoristrada, tanto è lo spessore del fango accumulatosi.
· Ottobre 2000: l’intero bacino del Po va in crisi per una serie di giornate caratterizzate da precipitazioni eccezionali (con punte massime di 600 mm in poche ore), per un valore cumulato di 700 mm nei 5 giorni tra il 13 e il 17 ottobre. 21 vittime, oltre 40.000 evacuati.
· 4 marzo 2005: frana a Nocera Inferiore (SA). 3 morti sotto un movimento gravitativo di oltre (ma mi viene da dire “soli”, viste le dimensioni di altre frane sopra citate) 33.000 mc. Tanto per dare un’idea, si calcola che la massa mobilizzata abbia raggiunto velocità di 12 m/s (circa 43 km/h): provate voi a scappare, se siete in grado.
· 30 aprile 2006: quattro colate detritico-fangose si staccano dalle pendici di M. Vezzi (Ischia), provocando 4 vittime. La pioggia, stavolta, non viene considerata eccezionale: solo 15-30 mm/h).
· 1 ottobre 2009: alluvione a Messina. Un violento nubifragio, con piogge misurate in 250-300 mm nell’arco di 3-4 ore, devasta 50 kmq di territorio. Danni e vittime, come al solito: ad oggi risultano ancora dei dispersi.
· Gennaio-aprile 2010: a causa del perdurare delle piogge, sin dal settembre 2009, l’area dei Nebrodi viene interessata da svariati fenomeni franosi, che causano l’evacuazione di oltre 2.000 persone e danni ampiamente superiori al mezzo miliardi di euro.
· 15 febbraio 2010: a Maierato (VV) una grande frana causa lo sfollamento di 2.300 persone e ingenti danni economici. Naturalmente nei mesi e soprattutto nei 20 giorni precedenti l’evento, si sono verificate precipitazione eccezionali, pari a circa il 150% delle precipitazioni medie del periodo…La tempestiva evacuazione della zona ha evitato danni alle persone.
· Marzo 2010: in seguito alle incessanti piogge avvenute, si riattiva la frana di Montaguto (AV), già manifestatasi nel maggio 2006, ma sembra che destasse preoccupazione già da prima del 1763 , all’epoca dei Borboni, come da rapporto dei due ingeneri “camerali e tavolari” G. Pollio e F. Varga del Regno delle Due Sicilie, colà inviati per verificare le condizioni dei dissesti.
· 12 aprile 2010: una frana si abbatte sulla linea ferroviaria della Val Venosta, provocando il deragliamento del treno regionale 108: 9 persone perdono la vita e 28 risultano ferite. La linea ferroviaria rimarrà chiusa solo il 2 giugno successivo.
· 4 ottobre 2010: una “bomba temporalesca” (questa curiosa variante sul tema delle "bombe d'acqua" mi giunge nuova...) partita dal savonese, approda dopo poche ore sul ponente genovese, causando la morte di un operaio, il cui cadavere fu restituito dal mare solo dopo alcuni giorni.
· Novembre 2010: una forte perturbazione di origine atlantica causa una forte alluvione in buona parte del Veneto,. Colpendo maggiormente le province di Vicenza, Padova e Verona; smottamenti segnalati nei settori montuosi delle province di Treviso e Belluno. Alla fine dell’evento si contano: 3 persone morte, 151.000 animali morti, 7.708 famiglie colpite, 3.500 evacuati, 2.114 imprese evacuate, 426 milioni di euro di danni.
· 3 marzo 2011: nelle Marche, dopo 3 giorni di pioggia insistente (200 mm in 24 ore), il Fiume Ete Morto esonda, provocando la morte di due persone (padre e figlia) travolte con la loro auto dall’acqua. Danni ingenti, per milioni di euro. Altre 3 persone perdono la vita nell’ascolano e nella bassa Romagna.
· 25 ottobre – 4 novembre 2011: alluvione delle Cinque Terre e Genova a causa di un evento meteorologico parossistico (a Brugnato si registrano 540 mm di pioggia in 30 ore, con punte di 153 mm/h). 13 morti, 1.183 sfollati e oltre un miliardo e mezzo di euro di danni.
· 22 novembre 2011: alluvione nel messinese con 3 vittime a Saponara. Piogge comprese tra i 208 mm (a Barcellona pozzo di Grotto)e i 381 mm (a Castroreale) in circa 12 ore, causano 3 morti a Saponara. Oltre 300 i milioni di euro di danni.
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MessaggioInviato: 21/11/2013, 15:49
Questo lungo bollettino di guerra, che lungi dall’essere esaustivo, riporta SOLO gli eventi direttamente legati a fenomeni di precipitazioni intense e/o prolungate risulta, alla lettura, asettico e anche un po’ squallido, in considerazione del fatto che mettendo uno in fila all’altro i morti e i dispersi elencati, si superano le 650 vittime.
Rinuncio a contabilizzare i soldi investiti nel post-emergenza, che probabilmente superano il PIL della nazione dell’ultimo ventennio.

Allora qual è lo scopo di tale statistico martirologio?
Innanzitutto portarci a riflettere su alcuni aspetti:

1. riportare eventi naturali “a memoria d’uomo” è una solenne e grossolana cazzata. La memoria di un uomo o di un’intera stirpe di uomini è, al cospetto della corretta scala temporale sulla quale ha un senso misurare tali eventi, meno di un battito di ciglia. Oltretutto esistono cronache scritte che vanno ben al di là della memoria d’uomo, riportando distruzione di interi borghi, costruiti troppo vicino ai corsi d’acqua, già nel Medio Evo. Ma l’uomo non ce la può fare a far tesoro dei propri errori ed ecco che in meno di un cinquantennio, contiamo più di 30 eventi nefasti. Volete sapere qual è un evento meteorologico veramente degno dell’aggettivo “eccezionale”? Quello che si verificò circa tre miliardi di anni fa, quando la superficie dell’allora giovane Pianeta Terra era solo un ammasso di rocce fuse che con la continua evaporazione dei fumi magmatici, ricchi di acqua, saturò il cielo di nubi al punto che piovve ininterrottamente per 100.000 (sì CENTOMILA!) anni di seguito, dando origine a tutti gli oceani della Terra. Ma allora non c’erano i giornalisti a parlare di "bombe d’acqua”…

2. la dabbenaggine umana è pressoché infinita. Leggere di 7 persone morte perché, nel bel mezzo di un’alluvione, se ne stavano impalati a guardare dal ponte l’acqua che pochi istanti dopo se li è portati via, è quanto meno deprimente. Eppure capita costantemente. Nella mia seppur breve carriera di geologo ho sentito più volte, trovandomi sulla scena di una frana o di un’alluvione, riferirmi della causa della morte di alcune persone che “Abitavano in quella casa da 50 anni. Noi li abbiamo esortati ad uscire, ma ci hanno risposto che avevamo solo delle balle e che in 50 anni non c’era mai stata una piena (o una frana, a seconda) che avesse creato problemi”. Questo anche per dire che talora, sulla scena di una calamità naturale, è molto meglio che i volontari, se non adeguatamente coordinati ed attrezzati, non si facciano nemmeno vedere, perché spesso provocano più disagio dell’aiuto che possono apportare. E via con gli ingegneri che si ostinano a progettare ponti con la luce più stretta dell’alveo del corso d’acqua, perché “tanto ho fatto le verifiche idrauliche, io.” O con gli urbanisti che tutti presi dal proprio ruolo di pianificatori edili, spesso si dimenticano di coniugare la pericolosità geomorfologica di un sito con la sua spendibilità sul mercato del mattone, perché tanto, alla fine, l’unica cosa che conta, sono i verdoni…

3. 1 solo euro speso in prevenzione vale 10 euro spesi in interventi post- calamità. Ma anche qui, evidentemente, la ben oliata macchina da soldi della ricostruzione fatica a far passare questo semplice concetto. Sarà forse per interessi personali, di cricca e di casta?

4. la cura dell’orto. Nessun ortolano si sognerebbe di lasciar divorare il proprio orto dalle piante infestanti o dai parassiti. E, se lo facesse, non si darebbe pace. Ma allora perché non riusciamo a prenderci cura di un territorio già di per sé fragile, con azioni semplici e sistematiche, quali anche solo “azioni evitate”: evitare di gettare lavatrici e ciclomotori nei corsi d’acqua, evitare di abbattere indiscriminatamente piante che tengono insieme un suolo, evitare di impermeabilizzare superfici per il solo gusto di scendere in cortile in pantofole, evitare di evitare la mala informazione. E qui mi collego al punto successivo.

5. la malainformazione: finché ci saranno personaggi che continuano a dire che “non piove più come un tempo” e che ci sono “le bombe d’acqua” (fenomeni in parte veritieri, ma sempre di origine antropica), e finchè questi personaggi avranno più credibilità e audience di veri professionisti del settore, beh, la guerra è persa in partenza. E’ ora di mettere da parte i pregiudizi ed affidarsi a chi le cose le ha studiate: magari non sarà infallibile, ma forse vale la pena tentare.

Con tutto ciò sono stufo di leggere di connazionali travolti da colate di fango, spazzati da fiumi in piena e caduti sotto l’incalzante assedio di “bombe d’acqua”.
Vorrei invece parlare di come valorizzare i beni ambientali di cui siamo (o eravamo?) ricchi, di come recuperare i centri storici (invece di continuare a costruire schifezze in periferie sempre più degradate e disumanizzate), di come rendere super efficiente una delle più capillari reti ferroviarie del mondo, invece di relegarla alla rovina a vantaggio di nuove, inutili e mal costruite arterie di bitume.
Vorrei poter dire agli amici sardi che sto salendo sul traghetto per andare a visitare ancora una volta i loro luoghi incantevoli, invece di essere solidale con loro nella sciagura più nera.
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MessaggioInviato: 21/11/2013, 15:57
@Little Bastard: ti rispondo qui da noi, perchè non voglio rimanere invischiato in odiose e sterili polemiche su Africaland.

Quel ponte in Sardegna dove un poliziotto ha perso la vita, cascando con il fuoristrada dall'impalcato che ha ceduto, era costruito benissimo.
C'era solo un piccolo neo: la spalla non doveva trovarsi lì.

L'alveo dei corsi d'acqua non è mai quello che si vede in condizioni di ordinarietà. E specialmente in regioni siccitose come la Sardegna, i corsi d'acqua possono ingrandirsi di decine di volte, quando piove sul serio. Il che capita magari una volta ogni 50 anni, ma può anche capitare 5 volte in 10 anni.
Progettare ponti con margini di sicurezza basati esclusivamente sui modelli idraulici e sui tempi di ritorno delle piene è un errore colossale, che si paga in termini di vite umane.
Il primo criterio per dimensionare un'opera civile è lo studio geomoroflogico del contesto: senza quello non c'è modello o calcolo matematico che tenga; se la spalla del ponte fosse stata all'esterno dell'alveo, il rimbottimento sarebbe potuto anche essere fatto di farina di mais, ma l'impalcato avrebbe retto, perchè la piena non l'avrebbe aggirato.

E non dirmi che costava di più spostare la spalla di qualche decina o centinaio di metri che rimediare al disastro che invece è successo...
"Chi vive sperando, muore cagando!" (Lorusso, isoletta dell'Egeo che non conta un cazzo, 1941)
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Capotennico
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MessaggioInviato: 21/11/2013, 16:06
a Re Georg una passarella io gliela fare fare... :icon-lol: :icon-lol:
a little forse ma forse una piastra da sabbia :icon-lol: :icon-lol: :icon-lol:
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Ciucciaranelle al mentolo
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MessaggioInviato: 21/11/2013, 16:29
Giorgio, hai talmente ragione che sei quasi sexy : Thumbup :
Quando parti, non portare con te un idiota. Ne troverai sicuramente uno sul posto.
"Calboni sparava balle così mostruose che a quota 1600 Fantozzi fu colto da allucinazioni competitive."
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