Guardiamo troppo spesso le cose dalle nostre prospettive e quando le guardiamo dalle loro pretendiamo di sapere già tutto..
L’Africa è immensa e non è certo uno solo il motivo che spinge la gente a muoversi..
Sono le zone turistiche dove ci sono, sono i media dove ci sono, sono i racconti di chi è tornato e non vuol deludere dove arrivano..è la disperazione, l’istinto di sopravvivenza dove non arriva nulla..
È il sacrificio di un figlio, spesso femmina, per salvare tutti gli altri..la disperazione colpisce in modi differenti..
Anche il volontariato non crediate sia solo bene..bisogna faticare anche lì a spiegare con quanta fatica arrivano i soldi..che non piovono dal cielo..che sono sacrifici..
Ma i nostri sacrifici ci consentono sempre e comunque come minimo di comprarci un biglietto aereo con cui loro mangerebbero per un paio d’anni come minimo.
Quando vado alla maison cerco sempre di fare attività con i bambini che richiedano risorse locali, pochi cose dunque, e molta inventiva perché basta davvero poco che passi il messaggio “arrivano i bianchi e allora si può” se no senza noi non possiamo..
E questo è un concetto radicato nella loro mente da generazioni e generazioni perché da sempre li abbiamo resi dipendenti..ora non possiamo pensare che nel giro di qualche anno capiscano quello che noi, dopo una storia millenaria e la possibilità di un’istruzione, abbiamo capito, forse, solo da poco.
Sankara, ex presidente del Burkina Faso, considerato il Che africano per le sue scelte e per quello che ha fatto in soli 4 anni per il suo paese (poi assassinato dal suo migliore amico spinto da Francia e CIA, ma questa è un’altra storia) diceva che la cosa più difficile è la “decolonizzazione della mente”..
Il vero problema è che abbiamo reso gli africani dipendenti da noi, ora non lamentiamoci se chiedono aiuto alla “mamma” piuttosto che cavarsela da soli
sbarchi
Moderatore: Fondatori
La vita è breve… Perdona in fretta, bacia lentamente, ama davvero, ridi sempre di gusto… E non pentirti mai di qualsiasi cosa ti abbia fatto sorridere, oppure piangere. S. Bambaren
Ciao, Simona |
|
Premetto che ho letto solo velocemente i messaggi perchè non ho avuto tempo, ma una semplice considerazione, anche banale, tra emigranti in America anni fa e quelli attuali in Italia la volgio fare e magari aggiungo qualche ricordo di familia:
l'oceano non è facilemente attraversabile, non era possibile farlo con i gommoni o imbarcazioni di fortuna, tutti gli emigranti erano contati, controllati e contingentati, nel senso che il governo amercano accettava o anzi desiderava gli immigrati ma ne decideva il numero annuo massimo e la nazionalità Arrivavi ad Ellis island e li stavi qualche gg in quarantena con controlli medici e personali (se avevi parenti dove stare, soldi, documenti, se eri sano, se eri incinta, ecc). Certo qualche delinquente c'era eccome, ma la gran massa non lo era di certo. Mio nonna è srata emigrante e la mia bisnonna pure, la prima volta che hanno visto un nero si sono spaventate. Non vi dico l'emozione quando sul sito www.ellisisland ho ritrovato i documenti di imbargo dei miei parenti, le domande che gli facevano il nome del bastimento (come lo chimavano) ecc. Gli sbarchi in Italia non sono voluti, nè controllabili. Forse tali sbarchi assomigliano maggiormente ai problemi che gli USA hanno con il confine messicano.... Ciao |
|
Giu, concordo con la tua opinione sul fatto che l' emigrazione europea in america non sia confrontabile con l'emigrazione africana.
Bisognerebbe probabilmente considerarle come due fenomeni diversi e a se' stanti. Africa, credo che neppure noi europei siamo esenti da "colonizzazione delle menti". Alcuni modi di pensare tipicamente occidentali fanno a pugni con la logica e sono spiegabili solo con un lavaggio della mente sistematico e continuo. Mi capita di vedere persone offrire,come fosse chissa'che, cibo che non ha ragione di essere offerto se non come esperimento di integrazione culinaria, in peggio naturalmente. Quando offri ad un Afghano la nutella o la coca cola come fossero squisitezze, dovresti soffermarti a riflettere su cosa effettivamente stai regalando. Insomma gia' un pastore delle Alpi francesi, sicuramente, alla nutella e cocacola preferirebbe un buon pezzo di formaggio locale e un bicchiere di vino, figuriamoci cosa puo pensarne un Afghano o un Etiope. |
|
Giu concordo anch'io.
Sabbia su quel che scrivi alla fine concordo..è quel che dicevo nella prima riga del mio post.. quello su cui non son d'accordo è la colonizzazione della mente..o meglio.. noi non abbiamo scuse! abbiamo la possibilità di accedere ad un'istruzione, internet, libri..abbiamo la possibilità di formare le nostre teste!!se abbiamo la mente colonizzata è perchè lo scegliamo, perchè ci fa più comodo, perchè è più semplice guardare il grande fratello piuttosto che aprire un libro. Loro non hanno scelta, non hanno i mezzi, non hanno gli strumenti..e quando li hanno fanno brodo da tutte le parti. a scuola la cultura che insegnano è quella francese perchè i libri di storia sono la maggior parte delle volte francesi (o inglesi a seconda dei colonizzatori)..mi chiedo come fa un popolo a trovare le proprie radici, a creare le proprie fondamenta, a imparare dai propri errori se studia la storia di qualcun'altro (e anche questo si collega al discorso di prima..da dove vengono gli imput per venire da noi??) è come se per fare una ciambella ti danno lo stampo, ma senza il buco..una ciambella non ti uscirà mai.. e aggiungo..a settembre andrà all'università la prima ragazza della maison (il primo diploma, ho le lacrime agli occhi!!) crescono e diventano donne.. 1550 euro all'anno di media ![]() ![]() ![]() ![]() La vita è breve… Perdona in fretta, bacia lentamente, ama davvero, ridi sempre di gusto… E non pentirti mai di qualsiasi cosa ti abbia fatto sorridere, oppure piangere. S. Bambaren
Ciao, Simona |
|
Devo scusarmi: rileggendo i miei scritti mi accorgo che sono pieni di errori.....che volete fare sono un proprietario di discovery 3
![]() Spero di non annoiarvi, vi racconto un'altra cosa, scriverlo mi sembra quasi come ringraziare meglio i miei nonni: Mia nonna Rosa emigra a NY a 16 anni, gli dicono di rispondere sempre si alle domande che i medici fanno. Domanda: "Sei incinta?" Risposta : "SI" (non sapeva il significato....) D: " e di quanti mesi" R: "ho 16 anni, ma in mesi non so quanti sono al momento..." Faceva 3 lavori al giorno, specie le pulizie di notte negli uffici. Con i guadagni ha comprato un fondo agricolo e dato in affitto per anni, ora è di proprietà dei 3 figli, nessuno può rilevarlo, il rustico è fatiscente, e dobbiamo vendere tutto. Lo so che è come se fosse stato una forma di investimento, ma se ci penso....è triste. Basta così altrimenti divento pesante.... Ciao |
|
Giu è di una tenerezza straziante la tua storia..
ti mando un abbraccio La vita è breve… Perdona in fretta, bacia lentamente, ama davvero, ridi sempre di gusto… E non pentirti mai di qualsiasi cosa ti abbia fatto sorridere, oppure piangere. S. Bambaren
Ciao, Simona |
|
no Giu, non diventi affatto pesante! credo che siano importanti tasselli della nostra storia collettiva: solo rileggendoli possiamo veramente cercare di capire cosa accomuna oggi noi con i poveri disperati che affidano la propria esistenza e quella dei loro cari alle "bagnarole" dei mari, per cercare scampoli di serenità oltremare... forse all'inizio del secolo scorso, quando i nostri connazionali affrontavano i "viaggi della speranza" transatlantici, anche per un italiano medio vedere turisti inglesi o tedeschi o americani che giravano il Bel Paese con bauli e servitù al seguito, rappresentava una sorta di schiaffo morale... credo che la crescita di un popolo passi soprattutto attraverso lo scambio culturale ed il confronto con genti "diverse": pensiamo solo a cosa diventò l'Impero Romano al culmine delle espanioni coloniali. le "contaminazioni" razziali e culturali sono un bene prezioso, che va saputo apprezzare e cogliere con spirito critico. forse la vera rivoluzione culturale non sarà cercare di imporre i nostri modelli ai secondo- e terzo-mondisti, ma assorbire noi i loro, facendo un piccolo bagno di umiltà... questo non significa certo rinunciare a progresso e tecnologia, ma magari crecare di rinunciare a certi "di più", in nome di uno sviluppo a scala mondiale e veramente sostenibile. lo so... sono un sognatore.... ![]() "Chi vive sperando, muore cagando!" (Lorusso, isoletta dell'Egeo che non conta un cazzo, 1941)
|
|
Giorgio!!
GRANDE!!!!!!!!!!! GRANDISSIMO!!!!!!!!!!!!!! mi vengono in mente le parole di Flavio, il fondatore della maison, che ha rivolto alle sue figlie mulatte "...perchè capiscano che sono "speciali"; che è solo con la contaminazione, con il "metter insieme" , con l'aggiungere, che questo mondo si può abbellire..." La vita è breve… Perdona in fretta, bacia lentamente, ama davvero, ridi sempre di gusto… E non pentirti mai di qualsiasi cosa ti abbia fatto sorridere, oppure piangere. S. Bambaren
Ciao, Simona |
|
grazie Simo! troppo buona... ![]() ![]() "Chi vive sperando, muore cagando!" (Lorusso, isoletta dell'Egeo che non conta un cazzo, 1941)
|
|
senza piu nessuna bandiera, ma solo tanti uomini ognuno con un bagaglio di conoscenze e di idee da mettere in comune, perchè è solo con il confronto che c'è conoscenza, crescita ed evoluzione. chi sta fermo sulle proprie monolitiche convinzioni è destinato a morire, a non evolversi. ___surrealismo unica via___
"Lasciate entrare il cane coperto di fango, si può lavare il cane e si può lavare il fango... Ma quelli che non amano nè il cane, nè il fango... Quelli no... Non si possono lavare." Jacques Prevert |
|
![]() ciao caro, benritrovato! "Chi vive sperando, muore cagando!" (Lorusso, isoletta dell'Egeo che non conta un cazzo, 1941)
|
|
mala tempora currunt...
I'll be back! ___surrealismo unica via___
"Lasciate entrare il cane coperto di fango, si può lavare il cane e si può lavare il fango... Ma quelli che non amano nè il cane, nè il fango... Quelli no... Non si possono lavare." Jacques Prevert |
|
Si Africa, e' vero' abbiamo la possibilita' di comprendere, di leggere di informarci.
Ma non per questo siamo piu liberi di scegliere e piu' liberi da condizionamenti. Gia' il fatto di poter leggere in una sola lingua ci espone ad una sorta di forte condizionamento. Noto la differenza di interpretazione dei fatti tra le varie testate giornalistiche a seconda se siano arabe,inglesi o orientali. Per esempio , come molti di voi che viaggiate spesso,parlo correntemente quattro lingue pero' resto interdetto quando leggo le diverse versioni riportate da che so . il Times piuttosto che il fatto. Diventa difficile prendere posizione. Insomma se la cultura e' la mappa pel mondo, e' pure vero che "la mappa non e' il territorio". Le nostre convinzioni si basano su informazioni spesso errate ad arte, vanno decodificate.Come le antiche mappe dei galeoni spagnoli, infarcite di errori inseriti apposta, per fare in modo da renderle inutilizzabili se trafugate dai nemici. Voglio dire, l'informazione di cui disponiamo e viziata da distorsioni che se non ben comprese stravolgono il significato. teniamo poi conto che culture diverse da noi mimetizzano la conoscenza in strumenti che per noi sono quasi indecifrabili. Penso per esempio alle vie dei canti di Chatwin, quelle che noi a prima vista riteniamo canzoni tribali e ,abituati da 30 anni di Sanremo sottovalutiamo, per gli aborigeni sono mappe. Mantra che mandati a memoria e ripetuti durante il viaggio indicano i tempi e i modi per sopravvivere nei viaggi nel bush. La nostra cultura spesso si aggira tra le bellezze per noi ,cosi zavorrati, incomprensibili. Ne piu ne meno che il classico elefante in cristalleria. |
|
Sabbia sono daccordo con te ma credo che Afrika non neghi ciò che dici, anzi ne è ben coscente. Però come te, lei, io e molti altri siamo coscenti che il senso vero delle cose è nascosto da una spessa cortina e la nostra colpa spesso è nella pigrizia che ci fa accontentare di una prima lettura o nella paura di scoprire che ci fa vedere solo il significato delle cose più comodo per noi. Certo il processo di apporofondimento non è semplice ma spesso non approfondire ci fa comodo.
![]() |
|
Si, spesso basterebbe solo accendere il cervello prima di leggere o fare,e l'idiozia del tutto apparirebbe evidente, ma chissa' perche non lo si fa.
La stessa cosa è sapere e voler sapere. Invece informarsi è ben diverso. In-formarsi significa essere passivi e pronti a scattare agli ordini di una nuova forma da darsi: elettore, soldato, compare di una o più azioni da altri definite. Insomma, demandiamo ad altri la formazione del nostro pensiero, non lamentiamoci poi se il nostro volere ci porta in zone oscure. Quando ci rivestiamo di corazze sscelte e proposte da altri diveniamo inespugnabili all'intelligenza,e alla compassione. Son divise, sia che si tratti di giacca ,camica e cravatta, sia dell'ultimo abbigliamento tecnico per il giovane esploratore in viaggio verso l'avventura. E quando ci si mette una divisa, prima o poi ,immancabilmente viene un Re. |
|
Sabbia questa è la cosa più saggia che ho letto, per tutto il resto faccio fatica. capotennico rettore
socio Al |
|
Toby, mi rendo conto del fatto che non e' facile seguire il filo che lega quel che ho scritto. Cerco di tornare terra terra.
Torniamo alla situazione egiziana/libica. Probabilmente e' una rivolta determinata, piu che dalla fame ,dalla penuria di petrolio. A questo proposito riporto alcuni dati tratti da "le monde diplomatique" che ho tradotto. ......... il picco del petrolio in Egitto risale al 1996 e con una produzione diminuita del 26 percento da allora, la nazione è oggi un importatore netto di petrolio il debito pubblico è attorno al 89,5 percento del PIL la popolazione – 27,8 milioni nel 1960 e attualmente stimata in 79,94 milioni – è destinata a raddoppiare ogni 35 anni autosufficiente a livello alimentare nel 1960, la nazione dipende ora dall’importazione di cibo, che è al momento a prezzi record i prezzi in Egitto si sono impennati del 17 percento a seguito del balzo a livello globale dei prezzi delle materie prime (mentre circa il 40% dei cittadini egiziani vive con meno di 2 dollari al giorno). ...... E' chiaro che la fame in egitto e' provocata da una situazione finanziaria insostenibile e dal contemporaneo esaurirsi delle risorse petrolifere. Lo stesso sta succedendo in Messico, in Arabia Saudita, in Venezuela ed in diverse altre zone del mondo. Tutto cio significa che le nostre stufe a petrolio inglesi tanto amate, sono inesorabilmente finite. Siamo come dinosauri che giocano una partita persa gia diversi anni fa. Senza stare a scomodare le teorie di Olduvai che qui nel tempio dei bruciatori di petrolio posson sembrare ridicole,Non ci vuole comunque un genio per capire che il nostro tenore di vita e' insostenibile , le nostre lucette,cromature, rumate, sono insulti alla miseria e al buon senso. Mantenere questo tipo di consumi, per chi non l'avesse capito significa uccidere direttamente o indirettamente migliaia di persone piu deboli. Spero di sbagliarmi, ma i nostri viaggi africani finalmente son finiti. E' finita la partita, (non oggi, manca ancora qualche anno) ma il crollo sara' molto veloce. E ci racconteranno che e' colpa dell'Africa, che e' colpa dei cinesi , che e' colpa del babau, e che se vogliamo ancora continuare a consumare, tocca difendersi dal babau, tocca ucciderlo. E giu un'altra divisa..mentre invece il babau siamo noi ![]() |
|
integro il post qui sopra con ulteriori dati.
Porterei l'attenzione sullo Yemen (uno dei probabili prossimi paesi in rivolta) Questi i dati di base: –Population:circa 23 millioni in crescita del 3.5%/anno –Size: 204,000 miglia quadrate (528,000 km2),circa come la Francia; –Terrain: perlopiu deserto; Qualche altopiano; Aree irrigate abbastanza limitate; –GDP: circa $16 miliardi (2004), cioe circa $800 pro capite annui , Attualmente e' il piu povero degli stati Arabi. –la disoccupazione e' al 35% da diversi anni; –Government instability: ci sono rivolte nel nord e malcontento nel sud –Oil reserves: variabili tra 2 and 3 miliardi di barili; –Electricity generation:Tutta l'energia elettrica yemenita viene da centrali a petrolio; Dal 2000 ad oggi la produzione di grggio dello yemen e' caduta da 400mila barili a 300 mila barili la giorno. Una caduta di circa il 25% della produzione. Quello che pero' deve far riflettere e' la caduta delle esportazioni di petroli che si attesta nello stesso periodo ad oltre il 55%. Il motivo di questo crollo delle esportazioni e' la vertiginosa crescita dei consumi interni. Questo pero' e' un problema difficile da gestire per il governo. ricapitoliamo. Consumi interni in crescita forsennata,Produzione petrolifera interna in forte calo, domanda interna di petrolio sempre maggiore. E' una tenaglia mortale, o si alza il prezzo interno del petrolio e della benzina , o si rinuncia al gettito proveniente dall'esportazione del petrolio. In entrambi i casi si tratta di una forte riduzione del "benessere/sopravvivenza" e delle prospettive della popolazione. Attenzione, quando la domanda interna raggiungera' la produzione ,consumando tutto il petrolio prodotto lo Yemen si trovera' a dover divenire importatore di petrolio e sara pronto per una rivolta della popolazione. Il che potrebbe avvenire (se i miei dati son corretti) entro un anno o due. |
|
e allora??e dove è il problema??
che vengano qui..tanto li prendiamo..tanto c'è posto...tanto li trattiamo bene! noi siamo generosi!!non vediamo l'ora! anzi..faccio una proposta,perchè non partiamo noi e li andiamo a prendere direttamente prima che succedano i guai??almeno poverini non rischiano! anche ieri dove abito io c'era una manifestazione che vogliono il lavoro,che vogliono la casa,che vogliono i diritti esattamente che abbiamo noi(pensioni,esenzioni varie,assistenza,casa popolare,ecc),ma forse han dimenticato che LORO NON SONO NOI!!che LORO non han pagato quel che ABBIAMO PAGATO NOI(I NOSTRI NONNI..) PER AVERE I DIRITTI CHE ABBIAMO,lloro non han PAGATO I CONTRIBUTI!! se decideranno(purtroppo non posso decidere io..)di tenerli..forse tra cinquant'anni potranno dire la loro.... io resto sempre della mia idea... C.G.M.003- capra geneticamente modificata esemplare n.003
Sopra alla panda il maiale la sfonda e canta...sotto la panda il maiale scoppia e crepa PANZONECOGLIONE n.p.p.d.c. fans club! In ogni posto...ce un coglione!...e in Altri..molto più di uno!!!!! |
|
Fiasco, scusami, per quanto le tue osservazioni possano sembrare condivisibili.. questo e' quello che io chiamo "non vedere al di la' del proprio naso".
per fare un paragone metereologico al fenomeno delle migrazioni, e' un tifone in arrivo, e come pensiamo di fermarlo?. Schiavismo?, mitragliatori?, sterilizzazioni di massa?.Son sei miliardi di persone che non mettono insieme pranzo e cena. spiegami. Ultima modifica di sabbia il 02/03/2011, 11:45, modificato 1 volta in totale.
|
|
Torna a Davanti a un buon bicchiere.....
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 16 ospiti